Maurizio Palmulli ha rinnovato l’impresa: tuffo nel fiume biondo a capodanno
Ancora una volta, il primo giorno dell’anno, si è rinnovata la tradizione del tuffo in Tevere da Ponte Garibaldi da parte di Maurizio Palmulli. L’uomo, 65 anni, ha effettuato la sua impresa con un perfetto volo che lo ha portato a bagnarsi nelle bionde acque del fiume romano.
Il soprannome dato a Palmulli, e derivante dal suo gesto è Mister OK. Ma si tratta di un titolo che il bagnino di Catel Fusano ha ereditato. Sono 30 anni infatti che Palmulli si tuffa a capodanno nel Tevere. Ma la tradizione ha avuto inizio nel 1946. Fu allora che un italo-belga, Rick De Sonay, diede avvio alla consuetudine.
Il nome affibbiato al De Sonay fu Mister OK dal gesto che l’uomo compiva prima di lanciarsi da Ponte Garibaldi.
Alle 12 in punto del 1° gennaio 2018, Maurizio si è presentato in perfetta tenuta balneare, coperto dal suo succinto costume. L’avvenimento ha richiamato migliaia di persone. Allo scoccare del colpo di cannone del Gianicolo, il Palmulli si è esibito in un tuffo dallo stile perfetto, tra gli applausi della folla.
Era presente tra il pubblico anche il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
Maurizio Palmulli, dopo l’ennesima impresa, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Adnkronos: “È stato spettacolare. Nonostante la pioggia, c’erano migliaia di persone venute per assistere al tuffo, un calore che fa bene al cuore. Purtroppo, a causa della piena che ha portato un pò di detriti, c’era del fango e chi era sull’argine si è un pò sporcato… Peccato, sarebbe bastato che il Comune mettesse delle pedane… In fondo, sarebbe anche normale che l’amministrazione partecipasse: è una tradizione che ha fatto il giro del mondo e va avanti da oltre 70 anni”.
“Quest’anno – prosegue Maurizio – il tuffo lo dedico alla mia famiglia, a tutte le famiglie romane, e a quelle di tutto il mondo. È un momento difficile per tutti, ma auspico un 2018 migliore, di speranza e felicità. Mi sarebbe piaciuto se fosse venuta anche la Raggi, magari con il figlio. C’era tanta gente, tanti cittadini comuni, come me, e quelli che contano davvero sono loro”.